CREIA StudioImpresa

Piccole cronache da Via Serra 2

Lavorare per imprese e lavoratori autonomi permette di vedere dal di dentro il sistema che poi determina la capacità di un Paese di produrre benessere e civiltà. Ogni mese ne vediamo abbastanza per non meravigliarci di come va l'Italia più in generale.

Dopo aver visto un giudice spingere per chiudere una causa di licenziamento di una lavoratrice che aveva picchiato un anziano in casa di riposo, premiandola con 2 mensilità e mezzo e pagandole le spese legali (sue e poi le proprie), ora abbiamo assistito ad un altro giudice che fatti i conti e visto che l'artigiano aveva ricevuto in meno dal committante gli importi per lavori aggiuntivi da questo richiesti, più una stufa di valore di circa 6.000 euro, più trasporto e montaggio, ha decretato che i maggiori valori non dovevano essere corrisposti perchè erano analiticamente emersi in un momento successivo alla sua richiesta del saldo fatta in modo sintetico. Così la signora si è incamerata la stufa ed i lavori aggiuntivi senza pagarli con beneplacito del giudice. Ma c'è il giudice di appello! Già, ma l'avvocato spiega, purtroppo il decreto ingiuntivo fu chiesto per un importo superiore al valore della stufa poi indicato in sede di processo di primo grado (per stare bassi, valorizzandola a prezzo di costo e senza lavori di montaggio per non vedersi contestare un prezzo alto). Niente da fare, riuscire a fare fare di conto a un giudice è un'impresa impossibile e così l'artigiano (che è un lavoratore, ma ha il torto di essere un imprenditore e quindi un cattivo) su quel lavoro non ha portato a casa alcun guadagno, la signora che ha comprato un immobile per un milione di euro, invece imprenditore non è, quindi è una brava persona che ora sta ridendo in salotto con i suoi amici in Via Farini del rozzo artigiano che ha osato farle causa.